28 novembre 2012

Le tue nelle mie

Ricerco quelle sensazioni con le mie, ma non è la stessa cosa.
Non posso darmi ciò che tu mi hai dato.
Niente può.
Perché scoprirti per me è stato come palesare l'ovvio. Perché tu invece mi hai scoperta come se io fossi stata l'America, e tu Colombo.
Prima che le tue mani mi percorressero, io non sapevo come ero fatta. Non conoscevo il mio corpo. Quasi come se finora lo avessi tenuto in affitto. Quasi come se non lo avessi mai abitato.
E le mie mani su di te invece sembravano conoscere già ogni piega, ogni strada da percorrere. 


Erano le mie che ti hanno voluto. Eppure erano loro sorprese e meravigliate. Mentre le tue erano esploratrici curiose di nuovi territori, che con intuito infallibile si orientavano senza mai perdersi.

Adesso vorrei che fossero qui, che mi accarezzassero i capelli mentre sprofondo tra i pensieri. Anzi, vorrei che si aggrappassero proprio ai miei capelli, per tenermi qui, per evitare che mi perda, o che cada nei miei baratri di tristezza. Vorrei che si aggrappassero ai miei fianchi, per stringermi a te. Vorrei che prendessero le mie, per portarmi avanti quando io ho paura di fare anche un solo passo.
Vorrei guardarle, le tue nelle mie, e non riuscire più a distinguerle.


18 novembre 2012

Manomania


Sembra scontato da dire in questo post ma io ho una vera e propria fissazione per le mani
 Se una mano è bella rimango affascinata a guardarla. Se è una mano femminile cerco di imitarne i movimenti i gesti, me ne innamoro come di un paio di scarpe in vetrina e se, invece, è la mano di un uomo, i desideri che scatena in me sono ben altri... Il problema è che rimango incantata a guardare anche le mani  brutte, non riesco a distogliere gli occhi, il pensiero è sempre lo stesso "fai qualcosa per quelle cazzo di mani" e la mia faccia non riesce a nascondere il misto di ribrezzo e sgomento che le mani brutte mi provocano.

Poi... mi ricordo le mani di tutte le persone che conosco. E non parlo solo delle mani dei miei genitori, di mio fratello, o dei vari fidanzati/amanti … ma proprio di tutti. Nonna, zie, zii, cugini (che credetemi sono tanti) , compagni di scuola, professori, colleghi di lavoro, commesse del supermercato. Riconoscerei chiunque sia incappato nel mio cammino dalle mani. Ricordo la forma, il modo di muoverle, i colori, le imperfezioni, la lunghezza delle unghie. Saprei riconoscere le 10 girlz dalle mani… di ciascuna di loro ho più chiare in mente la forma delle mani  che il colore degli occhi, ricordo come gesticolano più che il loro modo di camminare o di parlare.
 Ho in mente le mani eleganti di The Iron Lady, le fossette sulle nocche di Stanca Me,la frenesia dei movimenti di quelle di La Cozza, le mani da bimba  con le unghiette piccole e tinte di azzurro di Senzazucchero, quelle affettuose e dolci della Senhorita Flor, quelle bianchissime e smaltate di rosso della Vee, quelle piccole e forti di Liss and Curl, quelle paffute della K… e quelle tenere e con le unghie smangiucchiate della Saki! Non ho mai incontrato la Menguez…ma sono certa che anche di lei, ricorderei perfettamente le mani.

E le mie??… sono piccole,
 con dita lunghe e affusolate,
 tendini leggermente in evidenza,
con un neo sul dorso sinistro e una piccola cicatrice sull’anulare.
Mi piace muoverle, aprirle, chiuderle, gesticolare per attirare l’attenzione su di esse. Sono le prima a manifestare la mia agitazione o il mio imbarazzo o la mia emozione, tremando un po’…
Mi piace guardarle accarezzarle, curarle …
Sono la parte più aggraziata di me…e sì, sono anche belle!!






15 novembre 2012

Non guardarmi le Mani

Attenzione, per l'apporto fotografico trash questo articolo non è adatto ai deboli di stomaco.

Tra le non-si-è ben-capito-quante-dita che passeggiano sulle tastiere per questo blog, le mie sono quelle senza smalto.
Il perchè è tutto racchiuso in una parola orribile. Onicofagia.
Di  fatto non ho nulla di contagioso, solo mi rovino le unghie.
Credo sia una sorta di disturbo compulsivo, o almeno così sentenzia wikipedia.
Qualche volta, solo recentemente, mi sono addentrata su internet per vedere cosa si dice di chi ha questo brutto vizio.
Inutile dirlo. le più accanite sono le ricostruttrici di unghie.
Vogliamo parlarne?
Ok, le mie mani non saranno presentabili, ma le vostre?
Le ricostruttrici sfoggiano, nei loro blog, artigli pitonati pari solo a quelli di Brigitte Nielsen nel ruolo della Strega Nera per Fantaghirò.


Ma le mani delle nail artist (tsè) non sono oggetto di critica.
Le mie si. Da sempre.
"Non sta bene che le mani di una signorina siano ridotte così"
"Le mani sono un biglietto da visita"
"Vuoi anche le mie?" (cit. mia madre)


Tutti, tutti e dico tutti si sentono liberi di dare un giudizio sulle mani di un onicofago.
Riflettevo, pensando a cosa scrivere, che effettivamente la critica aperta a questo tipo di "problema" è l'unica obiezione all'aspetto fisico che nessuno si nega.
Voglio dire, ve la sentireste voi di andare da una persona un po' formosetta a dire "hei tu, non ti pare di avere dei chili di troppo?", o ad una vostra amica appena uscita dal parrucchiere con una cofana orrenda "stavi molto meglio prima!"? (Sono certa non lo fareste)
Eppure con me questa libertà se l'è presa gente che mi conosceva appena.
E vi assicuro che qualche "cazzo vuoi?" c'è scappato.
Il migliore fu un ragazzo che aveva le unghie (tutte) da chitarrista. Con lo smalto rinforzante.



Io non mi sento disturbata. Oppure, forse, mi sentirei sollevata se questo fosse il mio disturbo peggiore.
In definitiva: non fumo, non mi drogo e non dico neppure le bestemmie..e se qualche volta mi beccate con lo sguardo sgranato e le mani in bocca, non rompetemi i coglioni.

(dedicato con un pizzico d'invidia alle mani più belle che esistano, quelle de La Menguez)



14 novembre 2012

Il mio peggior compagno di mano.


Il periodo delle elementari é un ricordo sfuocato.
Lo immagino come una linea del tempo con alternanza di due perle nere ed una bianca. Ad indicare i momenti di buio e quelli di luce. Sia per la memoria che per le esperienze.
Ricordo a stento i luoghi. 
Stranamente più i corridoi che le aule. Più che altro perchè era nei corridoi che trascorrevo quasi la maggior parte del mio tempo, a scontare punizioni fuori dal raggio d'azione delle insegnanti. 
Dovevo solo restarmene là, ferma sulla soglia, spalle alla porta ad attendere che mi richiamassero. 
Ma subentrata la noia e dopo l'ennesimo sguardo al giardino attraverso la finestra, prendevo a girovagare per bagni e corridoi. Il massimo era prendere le scale ed andare ad esplorare l'inaccessibile piano della quarta e quinta elementare: il nuovo mondo. Avevo quasi paura che qualche collega più grande mi beccasse andando in bagno e mi ricattasse dandomi della mocciosa.

In definitiva, diciamo che non ero proprio quella che si suol dire "una brava bambina".
Ero una stronza, polemica e dispettosa. Almeno a detta delle maestre. Che si risparmiavano la parola "stronza", ma che io, ahimè, sapevo benissimo di meritare.



Ricordo però una "punizione" in particolar modo: gli spostamenti fuori e dentro l'edificio con l'intera classe.
Si andava in palestra? Alla mensa? Fuori ai cancelli della scuola? Giù in cortile? In gita al frantoio?
La solfa era sempre la stessa:

"In fila per due, per mano."



Quello che doveva sembrare un gesto innocuo si rivelava per tutti essere una vera scocciatura.
Il perchè era strettamente legato al "compagno di mano" che la maestra ti appioppava.
Il terrore era che ti capitasse l'amica con la quale avevi litigato il giorno prima e alla quale avevi definitivamente e senza colpo ferire, dichiarato "Non sei più la mia migliore amica". Fiera. Per te Miss Italia finisce qui. Game Over.
Oppure poteva toccarti lo scaccolatore della classe. Quello che più di una volta avevi beccato con tutte e dieci le dita, una/due per volta, infilate nelle narici, anche fino a due minuti prima che ti porgesse la mano. E poi "Ciaf!". Incollati. Per sempre. Una cosa disgustosa.
Poteva anche essere il turno d' "er vaselina", quello con le mani più sudate della 3A. Viscido.
O del bullo della classe, lui non portava il grembiule. Era anticonformista convinto. E anche solo sfiorandoti con l'indice ti avrebbe cacciato in un guaio apocalittico, per osmosi.

Nella migliore delle ipotesi poteva capitarti il più fico della classe. Quello che mai, mai, neanche l'anticamera del cervello ti avrebbe mai sfiorato l'idea di toccargli anche solo un lembo del grembiule. E lì dovevi dargli la mano
Panico. 
Presto però ti rendevi conto che la personcina che cercavi di conquistare con una calorosa stretta, non era altro che un ragazzino che non sapeva neanche della tua esistenza, che dava un'insensibile merluzzo congelato a quello che credeva essere un fantasma. 
Mollava la presa ogni due secondi per grattarsi il palmo (o il sedere, nel peggiore dei casi), fare il solletico allo sfigato due file più dietro o per tirare fuori il Power Ranger rosso dalla tasca della tuta. Frustrante.

Solo se avevi la rara possibilità di sceglierti il compagno di mano potevi stare tranquilla.
Le maestre, ah maestre... Loro non immaginavano minimamente che mentre tentavano di fare un po' d'ordine tra quei diavoli della Tasmania, davanti ai loro occhi si stava consumando una tragedia. Fila dopo fila. 
E di quello che sarebbe dovuto essere un gesto spontaneo, prendersi per mano, per amicizia, per amore, per dirsi "Camminiamo insieme. Io guido te, tu guidi me. Puoi fidarti. Siamo uniti.", non restavano altro che palmi sudici, cuori infranti, spargimenti di sangue e note sul registro.


13 novembre 2012

baciamo le mani




Mi son sempre piaciute le mani, osservando quelle della gente si possono capire tante cose.


L'espressione ''baciamo le mani", però, per me, assume un significato diverso da quello comune è una cosa che mi porto dietro sin da piccola, adoro baciare le mani delle persone a me care.

 Al pomeriggio facevamo il riposino nel lettone insieme a mia mamma, prendevo la sua mano e la baciavo, era sempre morbida e sempre caldissima, profumava di cose buone, di farina, di pasta di pane e olive. Mi addormentavo con la sua mano vicino alle mie labbra, sognando i panini con le olive più buoni del mondo, quelli che solo lei sa fare!



La domenica mattina, quando mamma si alzava (lei si è sempre svegliata prestissimo)saltavo nel lettone accanto a mio padre e gli prendevo la mano e gliela baciavo, era dura forte, nervosa. Sapeva di acciaio e sudore, profumava di fabbrica e lavoro duro, mi appisolavo sognando che il mio principe azzurro un giorno avrebbe avuto le mani da operaio.



Quando ho conosciuto mio marito, una delle cose che mi ha colpito di lui, oltre ai suoi folti e lucenti capelli neri, sono state le sue mani, Sono piccole, ma fortissime, capaci di schiacciare qualsiasi cosa, profumano di terra e di tabacco, gliele bacio e mi piacciono perchè hanno il dorso peloso, le mani del lupo mannaro, ci scherziamo insieme.
Mi addormento abbracciandolo da dietro, lui mi prende la mano nella sua me e me la stringe forte portandosela al cuore, mi addormento grata della meravigliosa famiglia che abbiamo costruito con le nostre mani.


Ma le mani più dolci che io abbia mai baciato e che bacio ogni santo giorno, sono quelle dei miei figli.
Quando li allattavo, mi mettevo sempre la manina sulle labbra, tanto che per tutti e due il gesto diventò automatico, appena li attaccavo al seno, allungavano la manina sul mio viso a cercarmi la bocca.
Adesso ogni momento della giornata per me è buono per baciargli le manine, ci mettiamo a coccolarci sul divano e li strapazzo, le loro mani profumano di biscotti, nutella, pastelli e plastica dei mattoncini Lego.
Vado a dargli il bacino della buonanotte e gli bacio sempre la fronte e le mani.
Capita a volte che dormano soli con me nel lettone e mi addormento pensando che non ci sarà mai cosa più dolce nella mia vita delle loro manine paffute sulle mie labbra.


12 novembre 2012

Elogio alla mano.

Le mani sono un organo complesso, la realizzazione di un progetto favoloso, un capolavoro di madre natura.

Sono composte da ben:
- 27 ossa,
- 18 muscoli,
- 24 tendini,
- 3 grossi vasi,
- 3 tronchi nervosi,
- un grandissimo numero di piccoli vasi e terminazioni nervose.
(fonte internet)



Le mani sono gli estremi del nostro corpo, si raffreddano e le si deve tenere al caldo, per sentirsi caldi dentro.
Puoi accarezzarci e schiaffeggiarci, sono il veicolo delle nostre volontà opposte.
Le puoi usare leggere, come piume, o come foglie alzate dal vento, oppure no; puoi decidere tu chi e cosa debba godere di tale tocco.


Ci puoi accarezzare il gatto, e solo per questo meriterebbero un monumento.
Le puoi dipingere e agghindare, a rendere allegra la tua giornata.
Le puoi mettere fuori dal finestrino, incontro alla pressione dell'aria quando vai a tutta velocità.
Le puoi tendere, a chi ha bisogno di te, o puoi aggrappartici, se sei tu in difficoltà.
Ci puoi vedere, sono così meravigliose che le puoi usare anche con un senso non loro. uau.

Ci puoi disegnare un cuore.

Le mani portano sensazioni alla nostra testa, insieme a naso, e occhi, e lingua, ci rendono vivi.
Capaci di sentire.
Che magnificenza. Che equilibrio perfetto.



8 novembre 2012

Quelli che ben pensano

"Ognun per sè, Dio per sè.. Mani che si stringono tra i banchi delle chiese alla domenica. Mani ipocrite"

Nel mio paese la notte della Vigilia di Natale non c'è solo "una messa".. c'è La Messa, a mezzanotte.
Bisogna andare a prendere il posto tipo un'ora prima dell'inizio, altrimenti si resta in piedi.
Vedere gente che si mette il vestito nuovo, si riempie di sorrisi smaglianti, e stringe mani a destra e sinistra, mi irrita.
Vedere a fine messa la gente che si bacia per farsi gli auguri, mi fa ridere.
Fare un augurio a qualcuno è una cosa meravigliosa. Cavolo. "Ti auguro", vuol dire che vorrei il meglio per te. Non si fanno gli auguri a vanvera. Un augurio viene fatto ad una persona cara.
E non posso pensare che le persone che vanno in Chiesa una volta l'anno solo per farsi vedere, abbiano altre persone care al di fuori di loro stesse.
E questa ipocrisia, mi fa davvero saltare i nervi per aria.

"Mani che fan cose che non si raccontano, altrimenti le altre mani chissà cosa pensano. Si scandalizzano"

Quante volte mi sono trovata a pensare con fintissimo imbarazzo e verissimo compiacimento "se solo le persone intorno a me sapessero che fino ad un momento fa ero insieme a lui.. e se solo sapessero cosa stavano facendo allora le mie mani..".

Sorriso malizioso, pensieri che devono rimanere tali, ricordi piacevoli da tirare fuori dai cassetti nei momenti più giusti..

"Mani che poi firman petizioni per lo sgombero, mani lisce come olio di ricino. Mani che brandiscon manganelli, che farciscono gioielli, che si alzano alle spalle dei fratelli"


Stiamo impazzendo tutti.
Mors tua, vita mea, dicevano i latini.
Per non affogare nella merda in cui siamo fino al collo, tiriamo fuori le mani quel tanto che basta per spingerci verso l'alto, per non affogare, facendo piombare nell'abisso senza il minimo rispetto, senza il minimo rimorso, chi ci sta accanto.
Badanti che picchiano gli anziani che accudiscono, mogli o fidanzate massacrate dai loro uomini, genitori che uccidono i figli, poliziotti che si sfogano con rabbia su semplici manifestanti.. gli esempi sono migliaia.


Vite distrutte per noia, per follia, per disperazione, per cattiveria inaudita, per brama di successo, soldi, amore o potere.

Questo pezzo è del 1997. Sono passati 15 anni, e queste parole potrebbero essere valide dalla prima all'ultima ancora oggi. Anzi, sembrano quasi scritte oggi pomeriggio.

Un triste ritratto delle nostre mani.
Mani italiane.

Mani che ci siamo illusi di ritrovare "pulite", ma che nella realtà sono più sporche di quanto non lo siano mai state prima.
Perché prima erano solo "alcuni", erano solo poche persone che tutti o quasi detestavano.
Persone che, una volta trovato sufficiente forza per farlo, il popolo ha cacciato via a calci dove non batte il sole.

Ora è diverso.
Oggi ci siamo dentro tutti. Ognuno di noi avrebbe un motivo per sporcarsi le mani.
E tutti gli altri lo sanno. E' la chiave di volta per ottenere quello che si desidera dalle persone.
E purtroppo, funziona.



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5 novembre 2012

Con il Veenavil

Perche' adesso venitemi a dire che non avete mai provato, da più o meno piccole, a spalmarvi tutte le mani con il Vinavil. Si puo' dire Vinavil, si'?!


Vabeh ormai l'ho detto. Insomma, davvero non vi siete mai spalmate questa cremina bianca e profumosa, che soffiandoci sopra si solidificava facendo sentire sul palmo quella frescura solleticante, che poi se eravate le top riuscivate a toglierla tutta senza romperla, rimanendo con l'impronta della vostra mano?




Dai, non ci credo...che razza di infanzia avete passato?! Allora non saprete neanche che si puo' fare la stessa cosa con il bianco dell'uovo....solo che non secca. Appiccica. E non profuma, puzza.



E secondo me si puo' fare pure con...oddio dai non posso scriverlo..ohwait non posso neanche pensarlo. Oh beh, adesso mi direte anche siete tutti ex alunni delle Orsoline. Beh allora ça va sans dire lo sapete meglio di me. E ci avete anche già provato...buaha.



E se non è così la prossima volta che vi capita ci proverete. Dai sto scherzando! Non vi offendete. Forse è meglio andare a comprare un po' di Vinavil...

I coniugi Vinavil