16 gennaio 2015

Latte, biscotti e vento.




Nel fine settimana torno spesso a trovare la famiglia. 
Certe mattine, se mi sveglio presto e non ho bevuto troppo la sera prima, ho il capriccio di andare ad intrufolarmi nel letto dei miei. Mio padre è già in cucina a preparare il caffè, mentre mia madre indugia tra le lenzuola ancora un poco. La trovo ogni volta con un cuscino diverso, frutto di studi ed esperimenti più svariati, al fine di trovare prima o poi la posizione più congeniale per i suoi acciacchi dell'età. Faccio piano per non spaventarla, lei quasi subito apre un occhio e senza dire niente si fa più in là per farmi posto. Io mi infilo nei pochi centimetri tra lei e il bordo del materasso, cercando di capire come fa a dormire con quel cuscino.
- Buongiorno
- Buongiorno...
Lei richiude l'occhio e riprende a dormire. Io resto sveglia ad osservare la sua pelle liscia e incredibilmente setosa.
Non si è mai truccata, la mia mamma. Nel silenzio della domenica mattina mi godo il suo respiro sulla faccia. E io non so come faccia, ma il suo soffio, anche da così vicino non è caldo né sa di niente. E' fresco e leggero, sa di vento. Come se dentro avesse il cielo. E allora mi ricordo che è sempre stato così. Fin da quando ero piccola, il respiro di mia madre aveva una temperatura particolare. Tipo la temperatura di fine Marzo. 
Poi lei si sveglia, e anche questa volta mi dice "Quando eri piccola non ti facevo mai venire nel lettone. Se facevi un brutto sogno ti dicevo 'stai un pochino e poi torni al letto tuo'..." e per me era una vittoria quando si addormentava e non si accorgeva che ero rimasta lì tutta la notte. 
Forse i brutti sogni esistono per questo.


La Flor