19 aprile 2012

La ragazza con la valigia

"Che poi io manco ci volevo venire qui."
Questo il mio ultimo commento. Poi ho preso un aereo, non uno qualsiasi ma, quell'aereo. Un'ora più tardi ero a FCO. 
No, non (San) Francisco. FCO. Come Fiumicino.


Ah quanto adoro gli inizi in medias res.
Le intro mi mettono in crisi e, per deformazione professionale, soffro la sindrome da foglio bianco.


Pugliese per natali (pasque e ferragosti), veneta per caso, romana per passione. 
Mi divido tra sud, nord e centro. 
Possiedo cinque spazzolini, sparsi in cinque bagni, in cinque appartamenti, di cinque città diverse. 
Più che "No Man's Land", direi "No Land's Woman".




Il posto in cui vivo, faccio ciò che amo e trascorro la maggior parte del mio tempo, è la libertà acquisita.
Frutto di una mia scelta. 
E qualche volta, passeggiando tra le vie di questa città, sento ancora quel formicolio di eccitazione in fondo allo stomaco, che sale e arriva fino alla bocca sottoforma di sorriso ebete. 
La sensazione che, ovunque vada, su qualsiasi letto dorma e in qualsiasi bagno mi possa lavare i denti, mi riporta qui. 
La città del tempo e del caos. In cui adoro calarmi, osservare e narrarne le (dis)avventure.
Le vedo e le racconto così, senza zucchero. Senza indorare la pillola. Senza romanticherie e senza grassi aggiunti.
- Cornetto integrale al miele, grazie.
- Capo, portaje un po' sto cornetto alla ragazza c'a valigia.
Ecco.

2 commenti:

La Vee ha detto...

- ...aspetti, ne faccia due di quei cornetti!

Vee di Valigia. Mi prude la tastiera...

Irene Spadaro ha detto...

Valigia senza peso e tanto bagaglio. Delle mie valige ricordo solo il principio essenziale per cui occorrono 2 paia di scarpe:uno per camminare l'altro per comparire.