5 giugno 2012

Il bene che voglio

L'altra metà della mia Mela non è di tante parole.
Mi vuole bene, anzi benissimo.
Lo so.
Anche se ogni volta che glielo dico mi risponde con uno sbuffo.
Ogni tanto si lascia scappare un "anch'io", ma... si, generalmente risponde sempre con uno sbuffetto.

Sarà che io, notoriamente logorroica, lo sono anche nell'esternare i miei sentimenti.
E quindi insomma, che gli voglio bene glielo dico fin troppo spesso.
E' più forte di me, non riesco a smettere.
Sarà che a mia madre non l'ho mai detto, e ora che non c'è più il mio rimpianto più grande è quello di non averglielo mai detto abbastanza.

Così quando provo il "bene", lo dico. Voglio che le persone che mi stanno vicino sappiano quanto voglio loro bene, soprattutto lui.

Una volta, vista la sua insofferenza, gli ho detto triste.. "E va beh, allora non te lo dico più".
Ma il giorno dopo ho fatto finta di scordarmi quella frase, e ho ripreso a dirglielo.

Lui invece, da bravo ometto, è più bravo a dimostrarmi il suo bene piuttosto che a dirmelo.
Un solletico, un occhiolino, una risata, un sorriso.

E per una come me, da sempre "second choice" del genere umano maschile, una persona come lui è una manna dal cielo.

La prima volta che mi ha fatto un regalo, stavamo insieme da poche settimane.. mi ha lasciato un bracciale Swarowski in cucina, io gli avevo detto che avrei preparato dei pancakes per colazione.. e lui mi ha voluto stupire.
Ho pianto, ho pianto come una fontana.
Nessun uomo mai nella mia vita mi aveva fatto un regalo. Mai.
Vedere quel regalo lì, per me, è stato come... una magia.

E il giorno del nostro primo anniversario, scendere le scale e trovare uno scatolino con un nastro marrone di raso intorno, mi ha fatto andare il cuore alle orecchie.

Ho iniziato a piangere senza nemmeno guardare cosa c'era dentro.

Un anello, con un diamante. Un diamante vero!
Per me! Impossibile, incredibile, impensabile.. Impossibile, l'ho già detto? Impossibile!

E poi sotto la scatola, ecco un post-it.

"Occhio a non farlo cadere nello scarico del lavandino. Buon primo anno".

Non è romantico, lo so.
Nel mio pianto è spuntata una risata.

Ed ecco, lui cos'è per me.
La risata, a spezzare il pianto che avevo.

E mi convinco ogni giorno che passa, che sia stata mia madre, a mandarmelo.
Ogni volta che dico a lui ti voglio bene.. sotto sotto.. magari.. per la fantomatica "legge della proprietà transitiva".... lo dico anche a lei.


                                   





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