Un centimetro di cielo |
e mi spingeva sempre giù dalla collinetta appena la suora si girava che ho sempre pensato si chiamasse Villano.
A sostegno della mia tesi, devo dire che sul grembiule, come riconoscimento con l'armadietto, non avevamo il nome ma un simbolino.
Chiunque ne sarebbe stato convinto, dai.
Insomma, Villano è stato il mio "tormento di giochi" per tre lunghissimi anni, che per la Me bambina sono sembrati tutta la vita.
Poi succede che alla festa dell'ultimo anno il grembiulino non ce l'avevamo su più. Io ero contenta perché davo la mano a mamma da una parte e a papà dall'altra e in giro non ce lo vedevo, Villano. Mentre facevo vedere la collinetta a papà, vedo mamma tornare con un piattino di plastica con su una fetta di torta grossa come la mia faccia e mi siedo feliciona sulle ginocchia di papà col mio piattino in grembo.
Non faccio in tempo a infilzare la torta con la mia forchettina, che vedo solo una manona tozza che si schiaffa al centro della fetta, facendola cadere. Era quel minchione di Villano. Solo in quell'occasione ho scoperto che si chiamava Stefano. La sua mamma l'ha scandito con molti decibel per fare in modo che fosse chiaro per tutti, lì in giardino.
Io poi di torta non ne ho più voluta. Ho cominciato a piangere, e dire che non ci volevo più stare in quel posto. Ero STANCA di quel Villano. Un po' come trecento giorni l'anno, per tre anni.
Il mio simbolino era una STUFA. Ironia della sorte? Un caso?
No, è che ci hanno segnato la vita!
Cioè, se al posto della stufa avessi avuto una spada, magari...
Stefano l'ho incontrato per caso proprio di recente, all'Unieuro. Vende stufe.
Ho riso mezz'ora. Poi mi è venuto il fortissimo istinto di andare a scombinargli tutte le targhette che stava sistemando sopra ad ogni articolo. Subito dopo ho pensato a Suor Angela...quindi ho abbandonato l'idea e mi sono diretta verso i giochi della Vee. Ah no, della WII. E scusatemi il lapsus. ;)
Non faccio in tempo a infilzare la torta con la mia forchettina, che vedo solo una manona tozza che si schiaffa al centro della fetta, facendola cadere. Era quel minchione di Villano. Solo in quell'occasione ho scoperto che si chiamava Stefano. La sua mamma l'ha scandito con molti decibel per fare in modo che fosse chiaro per tutti, lì in giardino.
Io poi di torta non ne ho più voluta. Ho cominciato a piangere, e dire che non ci volevo più stare in quel posto. Ero STANCA di quel Villano. Un po' come trecento giorni l'anno, per tre anni.
Il mio simbolino era una STUFA. Ironia della sorte? Un caso?
No, è che ci hanno segnato la vita!
Cioè, se al posto della stufa avessi avuto una spada, magari...
Stefano l'ho incontrato per caso proprio di recente, all'Unieuro. Vende stufe.
Ho riso mezz'ora. Poi mi è venuto il fortissimo istinto di andare a scombinargli tutte le targhette che stava sistemando sopra ad ogni articolo. Subito dopo ho pensato a Suor Angela...quindi ho abbandonato l'idea e mi sono diretta verso i giochi della Vee. Ah no, della WII. E scusatemi il lapsus. ;)
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