6 luglio 2012

Siediti e mangia

Non può essere semplicemente sedersi e mangiare.

Sollevare le posate come prendere lo spazzolino da denti, guardare il piatto come fosse il foglio dei prossimi appuntamenti in agenda, da scorrere velocemente.


In quel, e solo in quel, momento, bisogna darsi delle regole. E' non è il galateo, quello di cui ti parlo, non è l'esatta presa della giusta posata, il versare il giusto liquido nell'esatto bicchiere, che mi interessa.

Comincia col sederti, appoggia la schiena e scivola leggermente; accavalla, allarga o allunga le gambe se vuoi, ma rimani attento.

Osserva le posate, che siano due, quattro, sei; ancora pulite hanno una lucentezza che è fasulla, e i tanti graffi sulla superficie sono i segni dei denti di chi le ha usate prima di te. E come non si dovrebbe.
Solo le labbra dovrebbero chiudersi su di loro, a sentire per qualche secondo quel vago sapore metallico prima del gusto vero.
Tienile con delicatezza, non usarle per scavare, scomporre, sparpagliare ciò che hai nel piatto.
Sono le tue mani nella civiltà cosiddetta civile, ma che in verità si è data solo molti filtri.

Guardalo, il piatto: fondo a contenere sapori liquidi, piano a mettere in piazza sapienti composizioni.
Osservane la consistenza, ti rivela dove sei; porcellana bianca con un rigo di oro zecchino, terracotta sbeccata, plastica.

Finalmente sei arrivato al contenuto, puoi usare tre dei cinque sensi, perchè limitarti?
Vedine il colore, la forma; sentine il profumo, salato, dolce, speziato, di terra, di mare.
E c'è una regola fondamentale, ora, che mi preme farti rispettare: abbi la pazienza di comporre il boccone perfetto, bilancia gli ingredienti così come, chi li ha composti prima per te, ha previsto arrivassero alle tue papille.

Indugia nel masticare per qualche secondo, lascia che il cervello cominci a saziarsi prima del tuo stomaco e poi fallo, mastica, ma lentamente.
Perchè sarà una breve successione di attimi, sarebbe inutile sincoparli.

Se te lo stai chiedendo, sì, ti ho fornito le regole del buon sesso, o della buona tavola, che poi è la medesima cosa.



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