11 settembre 2012

Sirena d'inverno


La portarono in acqua ancor prima che iniziasse a camminare a terra, così che, invece di una superficie ferma,
i suoi piedi ne conobbero una in continuo movimento.

Visse così, ogni anno, con il ricordo di quell'impatto che a tutti appare freddo, ma che a lei insegnò a camminare.

L'inverno attende, si veste da sirena sulla terraferma, arroccata sullo scoglio della quotidianità.
Ha imparato a camminare sulle braccia, ma la coda di pesce si muove nervosa, le imprigiona le gambe.

Il suo senso più sviluppato è l'olfatto, lo usa per riconoscere l'odore di salsedine delle cose, delle persone che la fanno sentire a casa.
Ma spesso si sbaglia, confusa da altri odori, e sono solo alghe e vorrebbe poter chiedere in prestito a suo padre il tridente.
Per spazzarle via.

Quando il sole si avvicina alla Terra, prima che gli altri si accorgano che è estate, lei è già lì, le squame che cadono, l'olfatto in subbuglio.

Si spoglia della coda, scioglie le gambe in un movimento improvviso e toccare il fondo non è mai stato così liberatorio.



Non si immerge, non galleggia, non nuota.
Cammina.

Le squame sono ormai sparse sulla superficie dell'acqua, ad accecare chi non sa.

Voglio insegnarti a camminare come il mare ha fatto con me.



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