21 febbraio 2013

No place like home. When there's a cat in it

Ho sempre voluto fare case nella mia vita.
Adoro l'arredamento, e l'architettura.
Con la mia casa ho fatto tutto ciò che serviva, ho comprato un letto, un divano e una cucina nuova, ma ancora prima dell'arrivo della mobilia il luogo dove avrei vissuto era già di sua proprietà: Leone.
Leone vive a casa mia da circa 2 mesi più di me.
Lui in casa prima di me, di noi. Del resto a un gatto non serve molto...
A conferma del detto che "Niente rende il posto in cui vivi CASA come un gatto ad aspettarti".
In questo tran-tran quotidiano, fatto di orari stringati e cene fuori è lui che mi fa venire voglia di stare a casa, di occupare il divano a guardare semplicemente la tv (eccetto quando mi azzanna i garetti).
Amicizia, o meglio A-Micizia.
Lo so, lo so, ma sono una gattara e lui è come un figlio peloso, con le orecchiette a punta e la coda per stare in equilibrio.
Perlomeno...la coda dovrebbe essere mezzo atto a ma penso che Leone sia il gatto meno sincronizzato della storia dei gatti. Mi tuffo?? io salto eh! ci arrivo! ci arrivo! ehm. no.
Miagola e io da orgogliona penso che mi parli e che mi chiami anche mamma.
Io, esemplare di razza umana che condivido il suo spazio vitale, io esemplare femminile sono addetta a pappa e coccole, sono quella alle cui gambe appoggiarsi e quella accanto alla quale dormire la notte. Ecco, l'esemplare maschile, chiaramente noto per la non-delicatezza che distingue il genere, lui è addetto alle corse e ai giochi. (fiuuuuuu, mi è andata bene!)
Leone non è un gatto maldestro, tutto sommato non ci si può lamentare, è solo che secondo me ha poca confidenza con la sua mole. Non si rende conto che è lungo quasi un metro, dorme ancora in una scatola di cartone, strabordando da tutti i lati.
E poi è un vanitoso. La mattina, (che poi, io ho tempo secondo voi??) quando sente che mi spazzolo i capelli sale sul lavandino, e si piazza tutto teso, in attesa di una spazzolatina (ovviamente con spazzola preposta) anche per lui.
Non odia l'acqua, lo incuriosisce, soprattutto se faccio il bagno con la schiuma: "ma dove sparisce quel piede lì??". Una volta è caduto nella vasca, non piena per fortuna, se l'è fatta sotto. Ma non in senso metaforico; è corso subito a impanarsi nella cassettina.
Come la pioggia: si piazza lì che vuole uscire e se lo porto fuori in braccio si aggrappa alla mia schiena manco fossi la sua ultima o unica possibilità di salvezza.
Che dire. Son gioie.
E fosse per me ne avrei mille, ma credo che quel permalosone non sarebbe troppo contento.

Comunque, aprire la porta e vederlo che ti corre incontro scalda il cuore. Ti fa sentire a casa.

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