Io sono una di quelle che ovunque vada “si porta dietro la
casa”.
Sono la classica tipa che si trascina dietro valigioni
mastodontici anche per un viaggio di un weekend, bagagli super capienti per una
gita fuori porta, sporte e sportine per andare a lavoro e la frase che si sente
ripetere più spesso è : “ma che c’hai messo dentro, il piombo???”
Persino quando ozio in casa mi riempio le tasche per non dovermi alzare dal divano (fazzoletto,
telefono, burro cacao, pinza per i capelli … cioccolatino). Sono un caso
patologico. Faranno un nuovo format su Real Time, per quelle come me: “Sepolti
in borsa”… storia dei miei auricolari.
Ma una volta che mi avrete psicanalizzata e ricondotto il
tutto al solito problema di insicurezza? Sai che scoperta. Sono un’insicura,
embè? Rivendico il mio diritto alle paranoie e alle mie borse oversize. Non penserete
sia un caso che Mary Poppins sia il mio idolo.
Lascio a voi i mini bauletti, le tracolle, le postine, le
pochette, le piccole handbag … a me servono solo i modelli shopper GIGANTI! O
le (fake) Birkin, o le hobo bags in cui trovi dalla mezzo litro d’acqua al libro del momento,
dalla limetta per unghie al minikit del pronto soccorso, dalle bustine di
zucchero alle forbicine, dall’immancabile gamma di rossetti&matite alle spille da
balia, dai fazzolettini di carta alla mini torcia elettrica. E ancora a tutta
quella serie di oggetti indispensabili da tenere a portata di mano per ogni evenienza:
ombrello-agendina-guanti-specchio-caramelle-crema per le mani…Post-it-orecchini-cd-mollette dimenticate-borsa
di stoffa per spesa improvvisa-pezzuola per pulire gli occhiali-campioncini di
profumo-pile di scorta-kit per manicure e pinzetta per sopracciglia… e Diosolosa che altro.
Sono la
fondatrice del club del NON SI SA MAI. Devo essere pronta a tutto, tipo che nel
Monopoli la carta degli imprevisti la affronto con un sorriso beffardo e uno sguardo di sfida. E quasi
mai l’oggetto che ho con me verrà utilizzato per il suo scopo intrinseco. Non potete capire la gioia di riparare una
cerniera utilizzando la molla di un porta badge, in hotel a Barcellona… poi vi
faccio un tutorial.
Insomma, affermo con orgoglio la mia insicurezza e il mio bisogno di
viaggiare con la mia casa.
Invidio le tartarughe, le lumache, ma mi sento più simile al
paguro. Quell'animaletto che ovunque si trovi a stare per un po', si adatta. Anzi, adatta l’ambiente
esterno a sé! Prende una lattina di Fanta abbandonata e ci fa la sua s w e e t h o m e. La arreda.
Un mito. Ecco perché questa è sempre stata la mia
passione: trasformare il posto in cui vivi, anche per breve tempo, in qualcosa
di ospitale, che ti somigli.
La casa è il tuo mondo. E puoi fartelo come ti pare. Se il corpo è il tempio dell’anima, la casa è il tempio di entrambi, anima e corpo. Deve ridondare di te. Anzi, che tu voglia o meno, la scelta di quel colore di Manstad piuttosto che un altro, mi dice chi sei, mascherina, molto più del tuo taglio di capelli. Una casa ipermoderna, quasi asettica, con le superfici lisce e lucide, gli spigoli affilati, le luci bianche e i quadri a colori forti sulle pareti, mi parla di una persona forte, determinata, razionale e con le idee chiare. Una, invece, piena di colori vivaci, di oggetti ricercati e stravaganti, di forme morbide, di cuscini e di coperte calde…eh ok, quella sono io.
La casa è il tuo mondo. E puoi fartelo come ti pare. Se il corpo è il tempio dell’anima, la casa è il tempio di entrambi, anima e corpo. Deve ridondare di te. Anzi, che tu voglia o meno, la scelta di quel colore di Manstad piuttosto che un altro, mi dice chi sei, mascherina, molto più del tuo taglio di capelli. Una casa ipermoderna, quasi asettica, con le superfici lisce e lucide, gli spigoli affilati, le luci bianche e i quadri a colori forti sulle pareti, mi parla di una persona forte, determinata, razionale e con le idee chiare. Una, invece, piena di colori vivaci, di oggetti ricercati e stravaganti, di forme morbide, di cuscini e di coperte calde…eh ok, quella sono io.
- Avete mai notato che non capite veramente una persona finchè
non vedete il posto in cui vive? Conoscete un ragazzo da un paio di mesi, magari l’avete
inquadrato come un tipo super cool e "friendly"… e poi scoprite che ha comprato quel mobile
porta-tv che sembra quello di mia zia, magari con tanto di centrino e soprammobile in
ceramica. Perde 1000 punti. Oppure la vostra collega: avete presente quella carina ma timidina,
sfigatina, con la peluria sul labbro superiore e la mutanda slandra che si
intravede dai jeans? Vi invita per un caffè … e ha le sedie Kartell che
avete sempre sognato, il copriletto zebrato e una valigia vintage per cui potreste uccidere e che
starebbe da dio nella vostra camera da letto! E insomma, da quel momento in poi
non potrete fare a meno di guardarla con occhi diversi. (Certo, la peluria c’è. Eh, oh.) -
Da piccola progettavo di creare una specie di catalogo, in un quadernone ad anelli con le cartelline trasparenti: per ogni amica avrei strappato dalle riviste di arredamento delle immagini di ambienti domestici che avrei scelto per loro. Per una avrei trovato adatti i legni chiari, caldi, i colori che richiamavano la terra e i suoi capelli; per l'altra immaginavo una casa più moderna, mobili laccati, divani ad angolo e oggetti dallo stile contemporaneo; per l'altra ancora una casetta rustica e romantica; e così via. Una sorta di "identikit architettonico". Non l'ho mai fatto, ma resta un'idea fighissima: descrivere una persona non a parole ma attraverso un comodino e una libreria...
La casa è il monumento che ci facciamo da soli. E' la rappresentazione di noi stessi attraverso mobili, oggetti e tessuti. Come un'impronta digitale, quando abiti un ambiente, anche se per una settimana, lasci il tuo segno, lo interpreti. Anche se non te ne rendi conto, da quel momento non può essere che tuo. Per rendere “tue” quattro pareti bianche, un pavimento ed un soffitto bastano pochi tocchi, pochi oggetti che parlino di te, qualcosa che ti faccia sentire più comodo, più a tuo agio, anche in un tugurio… anche in un Bed & Breakfast allestito in una barchetta di legno buia che puzza di sigaro, ma che con qualche candela profumata, un foulard e una torcia elettrica appesa al soffitto diventa una romantica alcova.
Ma questa è un’altra storia.
La casa è il monumento che ci facciamo da soli. E' la rappresentazione di noi stessi attraverso mobili, oggetti e tessuti. Come un'impronta digitale, quando abiti un ambiente, anche se per una settimana, lasci il tuo segno, lo interpreti. Anche se non te ne rendi conto, da quel momento non può essere che tuo. Per rendere “tue” quattro pareti bianche, un pavimento ed un soffitto bastano pochi tocchi, pochi oggetti che parlino di te, qualcosa che ti faccia sentire più comodo, più a tuo agio, anche in un tugurio… anche in un Bed & Breakfast allestito in una barchetta di legno buia che puzza di sigaro, ma che con qualche candela profumata, un foulard e una torcia elettrica appesa al soffitto diventa una romantica alcova.
Ma questa è un’altra storia.
N.d.r. Cari lettori, vogliate scusarmi se non ho trovato nessun documento
video dell'incommensurabile gioco del "Indovina
cos'ho nello zainetto"di Ambra di Non è la rai.
Lo so, sarebbe stato perfetto.
Lo so, sarebbe stato perfetto.
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