20 aprile 2012

Vee, come se fosse facile.

Ei ciao, sono la Vee. 


Non un numero, non un nome, solo una lettera. 
Scritta per esteso, giusto per farvi capire con chi avete a che fare: una logorroica, anche nel nome. 
Cosa sono è già un po' più difficile, proviamo così: 
avete mai pensato a una vostra eventuale reincarnazione editoriale?




Io sì, e mi rendo sempre più conto di assomigliare a un libro parlante...avete presente? Uno di quei libri, generalmente per bambini, con le scritte grosse in copertina, che si pubblicizzano già un po' da soli, che quasi svelano tutto il loro contenuto in quattro grosse immagini colorate. 
E' molto facile fermarsi alla copertina.
Si crede di conoscermi solo perchè il mio contenuto sembra scontato. In realtà la Vee la trovereste nello scaffale dei saggi, un libro pieno di riflessioni, una scrittura chiara, semplice, realistica. In brossura, con una copertina che non dia troppo nell'occhio, ma con un titolo particolare. Tanto particolare da farvi prendere in mano il libro, leggerne la recensione (breve, ma solo perchè scritta da terzi) e lasciarvi un dubbio: acquistarlo o risparmiare quei soldi per una birra con gli amici...soprattutto se siete a fine mese. I "temerari" a cui piacciono le sfide probabilmente lo comprerebbero, ma per ora ancora nessuno che l'abbia finito o davvero capito. Alcuni ci hanno messo anni per arrivare alla metà, altri ogni tanto leggono qualche capitolo, uno alla volta, in ordine sparso (in quanto saggio, non è un'ipotesi così stramba), oppure leggendo solo le parole chiave, distrattamente,  ...in svariate altre occasioni addirittura arrivati ad un certo punto, il libro è stato chiuso, all'improvviso, e relegato lì, nello scaffale, come un supporto in più per la polvere. 
Ma la Vee non è fatta per la polvere. 
E questo cercherò di mostrarvelo, vostro malgrado, con il tempo. 


Dicevamo, logorroica... 


E voi? Che libro siete?

1 commento:

Irene Spadaro ha detto...

Un atlante di geografia umana, dove le terre non hanno i nomi delle capitali da imparare a memoria ma la storia dei popoli che le abitano con tutte le contraddizioni e le ricchezze note e misteriose. Consumati dalla lettura e dall'essere ricalcati per trasferire con carta carbone (e si vede che son vecchia) le immagini da riportare sul quaderno delle ricerche per non sciupare il libro aggredendolo con le forbici e lasciarlo ai posteri. Così da sapere chi siamo, come ci vedevamo e quanto, forse, non siamo mai cambiati.